L’oro è un elemento nativo: è costituito solo da un tipo di atomi e non da diversi elementi, come nella maggior parte dei minerali. I cristalli ben formati, spesso geometricamente complessi, sono molto rari, mentre risultano più comuni gli agglomerati microcristallini. Il colore e la lucentezza sono estremamente caratteristici e rendono l’oro inconfondibile, nel fortunato caso in cui doveste imbattervene. Inoltre, l’elevatissimo peso specifico aiuta nel riconoscimento: una bottiglia da 1 litro piena d’oro pesa quasi 20 kg!
L’oro è ampiamente distribuito nella crosta terrestre, ma in percentuali molto basse (in media meno di tre grammi ogni 100 tonnellate di roccia). In pochi casi, tuttavia, durante la formazione delle rocce (magmatiche o metamorfiche), esso si discioglie e accumula nei liquidi idrotermali, e quando si solidifica dà vita a vene e filoni. Grazie all’alto peso specifico e alla inattaccabilità da parte degli agenti atmosferici, lo si rinviene anche in depositi alluvionali derivanti dalla disgregazione delle rocce che lo contengono. I maggiori giacimenti si trovano in Australia, Sud Africa e Nord e Sud America. In Italia se ne trovano pagliuzze nelle sabbie del Po e del Ticino, mentre vere e proprie miniere erano presenti in Val d’Aosta, Piemonte e Sardegna. La più grande pepita mai trovata, la “Welcome Stranger”, è stata rinvenuta in Australia nel 1869, pesava 71 kg e oggi varrebbe oltre 2 milioni di euro.
L’oro puro è troppo tenero, per questo viene indurito unendolo ad altri metalli, come argento, rame e platino. Oltre all’utilizzo in gioielleria, l’oro ha impieghi industriali connessi alla inossidabilità, all’inattaccabilità agli acidi, alla malleabilità e all’eccellente conducibilità elettrica; tutte proprietà molto ricercate in ottica elettronica e fotografia. Lo contengono protesi dentistiche, circuiti elettrici, impianti stereo e sali per lo sviluppo fotografico. Per la sua capacità di riflettere, sia la luce visibile, sia infrarossa, è utilizzato nelle visiere degli astronauti.
L’estrazione dell’oro è tecnicamente semplice, ma ha costi ambientali e sociali incredibilmente elevati, sui quali la comunità internazionale sta iniziando a prendere provvedimenti. Infatti, avviene impiegando mercurio e cianuri, che hanno la capacità di amalgamarsi all’oro ma che – se utilizzati in modo dissennato – possono avvelenare irrimediabilmente il territorio e i suoi abitanti. Al contrario, i giacimenti d’oro alluvionali, in cui l’oro è filtrato meccanicamente, consentono di evitare questi procedimenti. Nasce così il cosiddetto “oro etico”.
Noto sin dalla preistoria, l’oro è probabilmente il primo metallo che l’uomo ha utilizzato per via della sua bellezza e facilità di lavorazione. È, infatti, il metallo più malleabile: 1 g può essere steso per 1 m2! Il nome deriva da antichissime lingue indoeuropee e si ispira al colore e alla lucentezza. I riferimenti all’oro come simbolo di preziosità si trovano in religioni, tradizioni e leggende di tutto il mondo: è oro uno dei doni portati dei Re Magi ed è d’oro la più ambita delle medaglie olimpiche.
Team di Extrapedia Nature